POLITICA

La Sinistra di Aprilia: “Nelle campagne pontine sistema di sfruttamento di impronta schiavistica”

APRILIA – La morte di Satnam Singh dopo due giorni di agonia, a seguito del gravissimo infortunio con un macchinario agricolo che gli aveva staccato un braccio, non è solo un tragico incidente, ha delle responsabilità precise, a cominciare ovviamente da chi non solo non ha garantito la minima sicurezza sul suo posto di lavoro, ma gli ha negato attivamente e prepotentemente l’urgente soccorso necessario impedendo di chiamare aiuto e infine scaricandolo per strada come un sacco di rifiuti abusivi, liberandosi così del problema.

Tuttavia, le responsabilità non si fermano solo ai criminali coinvolti direttamente in questa terribile vicenda, ma vanno ben oltre, dalle istituzioni che si girano costantemente dall’altra parte, salvo poi esprimere un ipocrita cordoglio, a tutte quelle forze politiche che attuano e sostengono le politiche anti-migranti e anti-operaie, di cui oggi abbiamo la massima espressione proprio nel governo Meloni .

Nelle campagne pontine c’è un noto sistema di sfruttamento di impronta schiavistica e di stampo razzista in cui migliaia di persone vengono sfruttate, lavorano senza nessun diritto e senza nessuna tutela legale, e molte volte vengono maltrattate anche solo per aver richiesto il misero pagamento dovuto che i padroni spesso trattengono. Non è un segreto per nessuno e ogni tanto qualche caso più eclatante raggiunge la cronaca locale, ma invece di estendere le tutele per lavoratrici e lavoratori, i governi e le amministrazioni si indignano e scandalizzano sul momento e poi continuano a tutelare gli interessi dei padroni e i loro profitti, negando coscientemente i diritti, la salute e la sicurezza di chi lavora.

Infatti, le continue morti sul lavoro avvengono perché i padroni mettono il loro profitto prima della vita delle persone, ritenendo la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici soltanto come un costoso intralcio ai loro profitti.

Nel primo quadrimestre del 2024 sono già quasi 200 mila le denunce di infortunio sul lavoro, di cui 268 gli infortuni mortali accertati.

Per porre fine a questa carneficina occorre dare centralità ai diritti e alle tutele di chi lavora, abrogando tutte quelle leggi che, negli ultimi decenni, i vari governi di centrodestra, di centrosinistra e tecnici hanno emanato per aumentare i profitti delle aziende e garantire gli interessi dei padroni, mentre attuano politiche e fanno una propaganda inumana e razzista sull’immigrazione.

Un lavoratore senza permesso di soggiorno è nelle condizioni di massima ricattabilità, dato in pasto a caporalato e organizzazioni criminali. Se sei una lavoratrice, allo sfruttamento e alla ricattabilità sul posto di lavoro, si aggiungono le molestie e le violenze sessuali, come è emerso da inchieste e dalle testimonianze nel corso degli anni.

Come militanti di Sinistra Anticapitalista Aprilia e di Rifondazione Comunista Aprilia, vogliamo esprimere la nostra piena solidarietà e vicinanza alla famiglia di Satnam, alle lavoratrici e ai lavoratori agricoli costretti a lavorare in condizioni disumane e alla comunità indiana tutta.

Sosteniamo inoltre le iniziative che vorranno intraprendere per denunciare queste atrocità e rivendicare i loro diritti, a cominciare dalla giornata di lotta e la richiesta di sciopero generale per il prossimo 25 giugno.

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