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Aprilia scende in piazza, “il consiglio sia sciolto, subito il commissariamento”

APRILIA – C’erano associazioni, sindacati ma anche esponenti politici di maggioranza e di opposizione oggi pomeriggio in piazza Roma al sit-in per la legalità promosso e organizzato da Reti di Giustizia. Un gruppo nutrito di persone che si sono ritrovate sotto al palazzo comunale per chiedere legalità e trasparenza dopo il terremoto che da mercoledì sta scuotendo le fondamenta della città e che ha visto decapitare una organizzazione criminale di stampo mafioso. 23 arresti tra cui l’ormai ex sindaco di Aprilia Lanfranco Principi accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e di scambio elettorale politico mafioso. Uno tsunami che sta coinvolgendo la politica locale ma anche importanti settori dell’imprenditoria apriliana e, ovviamente, la criminalità organizzata.
“Quando nel 2018 presentammo la richiesta al comune di costituirsi parte civile nel processo Gangemi – ha affermato Irene Giusti presidente dell’associazione Reti di Giustizia – ci furono resistenze e vennero addotte scuse assurde e inesistenti. Oggi sappiamo il perché. Perché l’allora vicesindaco, Lanfranco Principi, era l’uomo di mezzo tra il clan mafioso e l’amministrazione. Nella ricostruzione fatta dalla Procura di Roma emergono responsabilità politiche evidenti di alcuni soggetti che facevano parte di quella maggioranza. I fatti alla fine ci hanno dato ragione. Oggi chiediamo lo scioglimento del consiglio comunale e della giunta e l’immediato commissariamento dell’ente comunale”. “La conferenza stampa del procuratore di Roma è stata agghiacciante visto che la nostra città è stata paragonata a Corleone o Partinico – ha aggiunto Filippo Fasano presidente dell’Anpi – e dall’ordinanza emerge un quadro di malcostume generalizzato. Non è assolutamente possibile che nessuno all’interno del palazzo sapesse nulla di ciò che è accaduto dal 2018 in poi. Questi episodi allontano le persone dalle urne, siamo già ad un livello di partecipazione democratica preoccupante. Il 23 maggio, giorno della commemorazione della strage di Capaci, il sindaco Principi si è recato al parco dedicato a Falcone e Borsellino posando dei fiori davanti al monumento dedicato ai due magistrati. Cosa avrà detto il sindaco? Questa è una storia impregnata di profonda ipocrisia”.

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