APRILIA – “Abbiamo mancato gli impegni presi sulla riqualificazione delle aree dismesse presenti sul nostro territorio”. Si può riassumere così il pensiero del consigliere del gruppo Forum per Aprilia Vittorio Marchitti. Una posizione che non risparmia critiche alla propria amministrazione. Troppo poco, secondo Marchitti, è stato fatto in questi anni per la valorizzazione delle aree produttive e dei siti dismessi che ancora oggi insistono in centro ed in periferia.
“Quando incontro i rappresentanti delle aziende della nostra zona industriale – spiega Marchitti – torna alla mente il lavoro di concertazione faticosamente messo in moto dal 2013 al 2018. Il 26 Aprile 2018 approvammo in Consiglio Comunale le linee guida “per il recupero urbanistico e la valorizzazione di aree dismesse..”. Avevamo recepito un lavoro che denunciava le migliaia di mq abbandonati e le relative proposte urbanistiche e di servizi per invertire la rotta e modernizzare le nostre aree produttive”
“Con questo atto – commentava all’epoca l’assessore alle Attività Produttive, Vittorio Marchitti – non solo recepiamo le istanze delle nostre imprese, ma stabiliamo anche un principio di carattere generale e linee guida per la riqualificazione di tutte le aree produttive del territorio. La riqualificazione aiuterà a recuperare siti dismessi che saranno così restituiti alla città, in particolare al nostro settore produttivo. Le aree riqualificate saranno così in grado di attrarre nuovi investimenti, produrre nuovi posti di lavoro e garantire nuovi servizi. Un grazie particolare da parte mia e dell’intera amministrazione va al Consorzio Industriali di Aprilia, che in questi anni ha lavorato intensamente e ci ha aiutato concretamente a delineare gli atti appena varati”.
Impegni che però negli anni successivi non sono stati portati a termine dell’ente di piazza Roma.
“In questi anni, come si fa all’interno dello spogliatoio di una squadra – commenta Marchitti – ho provato ad alzare la mano per ricordare gli impegni che avevamo assunto. Ciononostante quel contributo è rimasto “lettera morta” perché ritenuto non prioritario. Il risultato è che tra miasmi, capannoni stracolmi di rifiuti divenuti bombe ecologiche, mancati interventi, carenza di servizi, non solo faticano ad arrivare nuovi investimenti, ma il rischio è che qualche impresa decida di delocalizzare. Basterebbe ascoltare per capirlo”.