POLITICA

MAFIA AD APRILIA, IL CASO IN PARLAMENTO

APRILIA – Aprilia torna ad essere materia di discussione del Parlamento. Dopo l’ondata di arresti che ha colpito il comune pontino mercoledì mattina ed il conseguente terremoto che ha devastato la politica locale, con l’arresto dell’ex sindaco Lanfranco Principi per concorso esterno in associazione mafiosa e per l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, i fari della commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia verranno accesi mercoledì 10 luglio. Alle ore 14 è prevista infatti una commissione plenaria con l’audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma Francesco Lo Voi e della procuratrice aggiunta Ilaria Calò che è anche responsabile della direzione distrettuale antimafia. Davanti ad una commissione formata da senatori e deputati, Lo Voi e Calò, illustreranno nel dettaglio l’operazione andata in scena pochi giorni fa e che ha portato a sgominare una organizzazione mafiosa che, di fatto, controllava economicamente e amministrativamente il comune di Aprilia. Per ventuno persone è scattata la misura cautelare della custodia in carcere mentre per due persone, tra cui l’ex primo cittadino Lanfranco Principi, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Due, infine, le misure interdittive che hanno colpito il dirigente ai lavori pubblici dell’ente di piazza Roma ed un noto imprenditore apriliano. Le accuse più gravi sostenute dall’accusa riguardano il concorso esterno in associazione mafiosa, lo scambio elettorale politico-mafioso, il traffico e spaccio di droga, l’estorsione aggravata con metodo mafioso, l’usura, la corruzione e la rapina. Insomma, un quadro sconfortante quello che emerge a seguito della lunga indagine, partita nel 2018 e conclusasi nel 2021, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Latina e dalla Dda di Roma. “Faremo il comune nel comune”, questo l’obiettivo della cosca mafiosa che è riuscita a connettere la malavita organizzata, l’imprenditoria locale e la pubblica amministrazione grazie al politico di riferimento inquadrato in Lanfranco Principi. Una situazione gravissima che è stata evidenziata più volte nella conferenza stampa svolta mercoledì mattina in Procura a Roma dal procuratore Lo Voi che ha paragonato la mafia di Aprilia a quella di Corleone o Partinico. “Le attività criminali – ha spiegato il procuratore di Roma Lo Voi – non si sono mai interrotte. Il gruppo aveva importanti rapporti con ndranghetisti e camorristi. Si dedicava ad attività tipiche delle associazioni mafiose come lo spaccio di stupefacenti con controllo delle piazze sul territorio, di estorsioni, prestito ad usura, acquisizioni di attività economiche. Era un gruppo strutturato in grado di imporsi attraverso l’intimidazione. Principi, all’epoca vicesindaco, ha contribuito alla crescita del gruppo, intervenendo anche in maniera energica quando si trattò di decidere se l’ente di piazza Roma dovesse o meno costituirsi parte civile nel processo Gangemi”. Non è la prima volta che Aprilia attira le attenzioni dell’antimafia, visto che da decenni gli investigatori reputano il suo territorio una meta privilegiata di cosche mafiose di matrice soprattutto calabrese che nel tempo sono riuscite a radicarsi infiltrandone il tessuto sociale ed economico. L’ondata di arresti di mercoledì ha certificato la profondità e la pervicacia del livello di infiltrazione mafiosa nel comune pontino.

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