LAVORO

Parla il rappresentante del consorzio Italia Impresa Globale

Mercato russo per le aziende di Aprilia

Avati: c'è la possibilità di aprire nuovi vie di commercio con la Crimea grazie al made in Italy

Un’opportunità per le aziende del territorio di Aprilia. Una possibilità di fare business in Crimea e di esportare produzioni e capacità pontine in terra russa. Ne parla il rappresentanza del consorzio Italia Impresa Globale l’apriliano Vincenzo Avati. In contatto con l’ambasciata della federazione Russa a Roma, Avati da qualche tempo fa avanti e indietro come una sorta di ufficiale di collegamento tra le due realtà economico-commerciali. “Mettiamo in contatto le due realtà, spiega Avati, offriamo la possibilità di aprire mercati vergini e fin’ora chiusi ed isolati alle aziende italiane. Vista la mia appartenenza alla città di Aprilia mi farebbe piacere far conoscere questa opportunità di lavoro alle attività della città di Aprilia. La Crimea offre terreno fertile di commercio con fiscalità agevolate”. “In questo periodo di crisi, aggiunge, avere contatti con Russia e nazioni vicine può voler dire immettere nel sistema ossigeno puro e sviluppo”. Ad Aprilia, racconta Avati già esiste qualche apripista. “Ho portato in Crimea un’azienda apriliana, la Best Marine leader nella produzione di barche. Abbiamo preso accordi con le amministrazioni locali che hanno messo a disposizione un cantiere navale per 49 anni a costo zero con fiscalità pari a zero per 25 anni. Vogliono incentivare in Crimea il turismo nautico grazie alla qualità del made in Italy. L’azienda apriliana ha risposto a pieno a questa loro necessità”. Tra un mese Avanti andrà nuovamente in Crimea per mettere in collegamento alcuni imprenditori italiani che vogliono investire in quella zona con gli amministratori della Crimea. “Quando c’era la possibilità di allacciare ufficialmente rapporti con l’ambasciata della federazione russa il Comune di Aprilia non ha mostrato l’interesse che la partita richiedeva. Purtroppo ci siamo rivolti altrove. La Provincia di Reggio Calabria ha colto la palla al balzo e oggi molti imprenditori calabresi si sono tuffati in questa opportunità che forse l’amministrazione di Aprilia poteva sfruttare meglio. Dobbiamo immaginare la Crimea come l’Italia degli anni 60, una terra in via di sviluppo, fertile. La federazione russa vuole fare della Crimea una vetrina da mostrare al mondo occidentale. I settori più richiesti sono quello dell’innovazione tecnologica, quello agricolo e quello infrastrutturale. Vini, caffè ed i prodotti fuori embargo potrebbero essere commercializzati in Crimea”.

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