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Intervento di Reti di Giustizia

Aprilia – Percorsi educativi per la giustizia sociale

Aprilia – Percorsi educativi per la giustizia sociale.  Ormai da tempo la nostra associazione si occupa, sul territorio di Aprilia, delle tematiche inerenti alla giustizia sociale ed alla legalità, intesa come impegno per un lavoro diffuso, rivolto alla tutela dei princìpi e delle pratiche sulle quali è chiamata a sostenersi una comunità che voglia vivere ed evolvere secondo giustizia.
Dal punto di vista informativo, di monitoraggio delle dinamiche del territorio, riteniamo che conoscere i fenomeni fornisca strumenti di analisi critica della realtà, ma comprendere lo stato delle cose non le cambia! Partendo da come viene letta e interpretata, occorre agire sulla realtà per progettarne la trasformazione. Un serio lavoro di tipo educativo e partecipativo dev’essere finalizzato a far emergere ed esprimere le componenti etiche e relazionali indispensabili per generare il cambiamento.
Pensiamo che scuole e amministrazione pubblica siano punti di riferimento essenziali. Le scuole devono orientare i propri sforzi ed attrezzarsi per essere luoghi privi di ostacoli e discriminazioni, capaci di osservare ciò che accade nel mondo e renderlo oggetto di studio e apprendimento, funzionale alla sua trasformazione. La politica, a sua volta, deve mirare alla costituzione del benessere dei cittadini ed alla costruzione dello spazio vitale dentro cui far crescere e far avvenire l’educazione. Deve, inoltre, favorire il processo di coordinamento tra attori, gruppi sociali, istituzioni, per discutere e definire collettivamente i fini comuni da raggiungere. In un ambiente sempre più frammentato, precario ed incerto, il soggetto pubblico ha la responsabilità di mediare fra le tante comunità presenti sui nostri territori, nonché di agevolare i soggetti che, con modalità e obiettivi democratici, provano a farlo.
Alla luce di quanto sopra è evidente che i processi educativi sono quelli più importanti e impegnativi. Non consistono nel riversare contenuti dall’alto, ma nell’ascolto (delle esigenze e dei desideri di ragazzi e ragazze, bambini e bambine) e nel creare un rapporto di fiducia tramite cui costruire in modo davvero partecipato e collettivo la sensibilità etica, lo spirito critico e l’impostazione valoriale indispensabili al cambiamento. Perché solo in questo modo l’educazione, intesa come facilitazione, permette di generare conoscenze pubbliche, competenze sociali e coscienza politica che consentano davvero la piena partecipazione delle persone alla vita della città.
Qualunque processo educativo che abbia i fini su esposti necessita, per avere successo, di essere accompagnato da una attività pubblica che non sia in contraddizione con esso, ovvero che contrasti efficacemente sia il diffondersi di pratiche reazionarie con le declinazioni fasciste, razziste, xenofobe ed omotransfobiche, sia il sistema culturale mafioso che diffonde relazioni violente basate sulla pratica dell’illegalità, dell’interesse privato, del possesso e dell’indifferenza. Ad esempio la gestione di bandi, dell’edilizia, del gioco d’azzardo, degli impianti sportivi, deve essere affrontata con un approccio etico finalizzato al raggiungimento della giustizia sociale, che porti, cioè, a valutare le singole scelte in base a pochi e semplici criteri quali l’impatto sociale, culturale e ambientale, e non in base a considerazioni economiche o di mero consenso.
Iniziative pubbliche coinvolgenti hanno un loro senso in quanto momenti visibili e condivisibili di un percorso, per evidenziarne le tappe e le buone prassi attuate. Tuttavia ogni aspetto e ogni attività dello stesso devono essere sistematici, in grado di offrire quei riferimenti di continuità, chiarezza, responsabilità e diffusione necessari. È chiaro che le persone, le associazioni e gli enti coinvolti nei processi educativi devono lavorare in maniera sinergica e con un obiettivo comune, da non confondere con la visibilità o l’interesse del singolo attore. Anche attività essenziali, come i processi di rigenerazione urbana, la creazione di spazi dedicati ai giovani e di strutture per la cultura, devono essere pensate come parti integranti e inclusive di questo processo educativo promuovendo la partecipazione effettiva di tutte le persone al cambiamento.
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